"Ubi ergo Petrus, ibi ecclesia; ubi ecclesia, ibi nulla mors, sed vita eterna".
“Onde está Pedro, aí está a Igreja; onde está a Igreja aí não há morte, mas a vida eterna”.
Santo Ambrósio, Enarrationes in XII Psalmos davidicos; PL 14, 1082

quinta-feira, 28 de fevereiro de 2008

Publicado apontamento inédito de Pio XII em que relata ter visto em 1950 o mesmo sinal no sol ocorrido no dia da última aparição de Fátima


CITTA’ DEL VATICANO - Il "miracolo del sole" che il 13 ottobre 1917 confermo' davanti a migliaia di fedeli radunati sulla spianata di Fatima le parole dette dalla Vergine ai tre piccoli veggenti torno' a ripetersi a Roma per quattro volte tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre del 1950 a beneficio del solo Papa Pio XII per confermare il dogma dell'Assunzione in Cielo di Maria Vergine. "Pio XII era persuasissimo della realta' del fenomeno straordinario, cui aveva assistito ben quattro volte", aveva dichiarato a suo tempo suor Pascalina Lehnert, la religiosa addetta all'appartamento papale. E adesso "il Giornale" pubblica un appunto inedito dello stesso Pontefice che conferma la veridicita' del miracolo. "Il globo opaco - scrive Pio XII - si muoveva all'esterno leggermente, sia girando, sia spostandosi da sinistra a destra e viceversa. Ma nell'interno del globo si vedevano con tutta chiarezza e senza interruzione fortissimi movimenti". Il Papa attesta di aver assistito allo stesso fenomeno il giorno seguente, 31 ottobre, e il 1° novembre, giorno della definizione del dogma dell'Assunta, quindi di nuovo l'8 novembre. Poi non piu'. Ricorda pure di aver cercato "varie volte" negli altri giorni, alla stessa ora e in condizioni atmosferiche simili, "di guardare il sole per vedere se appariva il medesimo fenomeno, ma invano; non potei fissare nemmeno per un istante, rimaneva subito la vista abbagliata". Nei giorni seguenti Pio XII riferisce il fatto "a pochi intimi e a un piccolo gruppo di Cardinali (forse quattro o cinque), fra i quali era il Cardinal Tedeschini". Quest'ultimo, nell'ottobre dell'anno seguente, 1951, si deve recare a Fatima per chiudere le celebrazioni dell'Anno Santo. Prima di partire viene ricevuto in udienza e chiede al Papa di poter citare la visione nell'omelia. "Gli risposi: 'Lascia stare, non e' il caso'. Ma egli insistette - continua Pio XII nel manoscritto - sostenendo l'opportunita' di tale annuncio, ed io allora gli spiegai alcuni particolari dell'avvenimento". "Questa e', in brevi e semplici termini - conclude Papa Pacelli - la pura verita'".

Fonte: Petrus, Il Giornale, Sacri Palazzi

quinta-feira, 21 de fevereiro de 2008

Intrevista com Dom Ranjith: A Igreja está preocupada com a falta de respeito com a Eucaristia e com o número sempre mais elevado de abusos lirtúrgicos

di Bruno Volpe
CITTA’ DEL VATICANO - La Chiesa è preoccupata dal mancato rispetto dell’Eucarestia, presenza reale e corporale di Cristo nell’Assemblea dei fedeli, e dal numero sempre più elevato di abusi liturgici. ‘Petrus’ ha raccolto l’opinione di Monsignor Albert Malcom Ranjith, illustre Vescovo e apprezzato braccio destro del Cardinale Francis Arinze quale Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Eccellenza, purtroppo la Santa Messa, in Italia e in diverse altre parti del Mondo, continua a non essere celebrata come dovrebbe, con i sacerdoti che si mettono troppo al centro dell’attenzione e inventano al momento formule e riti che non sono assolutamente fedeli al Magistero ufficiale.
"E’ vero, e ritengo che sia davvero triste che alcuni sacerdoti, per fortuna non tutti, continuino ad abusare, con stravaganze inspiegabili, della liturgia che, è bene ricordarlo, non è di loro proprietà ma della Chiesa".
Le andrebbe di lanciare pubblicamente un appello?
"A questi sacerdoti ricordo che devono, e sottolineo devono, rispettare la liturgia ufficiale della Chiesa cattolica. Basta con gli abusi e le interpretazioni personali: la Messa non è uno spettacolo, ma sacrificio, dono e mistero. Non a caso, il Santo Padre Benedetto XVI ci ricorda continuamente di celebrare l’Eucarestia con dignità e decoro".
Veniamo a qualche caso pratico. Alcuni preti si concedono omelie eccessivamente lunghe e non sempre intonate alle letture del giorno…
"Intanto penso che una buona e sana omelia non dovrebbe mai superare gli 8-10 minuti; detto ciò, è necessario che il celebrante studi approfonditamente il Vangelo del giorno e si attenga sempre ad esso, senza svolazzi o inutili giri di parole. L'omelia è parte integrante e complementare del sacrificio Eucaristico, ma non deve assolutamente prevalere".
Eccellenza, veniamo alla questione della Comunione nelle mani: Lei che ne pensa?
"Credo ‘semplicemente’ che bisogni rivedere questa pratica. Come fare? Tanto per iniziare, con una buona catechesi. Sa, purtroppo, molti neanche si rendono conto di chi ricevono nella Comunione, cioè il Cristo, e così si accostano al banchetto Eucaristico con scarsa concentrazione e scarsissimo rispetto".
In concreto, che fare?
"Bisogna recuperare il senso del sacro. Parlo a titolo personale, ma sono convinto dell’urgenza di rivedere la pratica della Comunione elargita nelle mani, tornando a dare la particola ai fedeli direttamente in bocca, senza che essi la tocchino, ribadendo in questo modo che nell'Eucarestia c’è realmente Gesù e che tutti lo devono accogliere con devozione, amore e rispetto".
Non sarebbe il caso di tornare anche a genuflettersi nel momento in cui ci si comunica?
"Ritengo di sì. Questo gesto rappresenterebbe un vero atto di rispetto verso il dono e il mistero dell’Eucarestia".
Ma qualcuno, all’interno stesso della Chiesa, sembra manifestare ‘imbarazzo’ solo all’idea di vedere ripristinata la genuflessione davanti al Santissimo.
"Al di là del ruolo che ricopro in Vaticano, come cattolico mi domando e chiedo: perchè vergognarsi di Dio? La genuflessione al momento della Comunione sarebbe un atto di umiltà e di riconoscimento della nostra natura di figli di Dio".
Fonte: Petrus
Veja em español: Alto prelado propone que se vuelva a dar la comunión en la boca

quarta-feira, 20 de fevereiro de 2008

O Pe. Lagérie do Instituto Bom Pastor diz ao jornal La-Croix: "Os tempos mudaram. Não estamos mais nos excessos terríveis dos anos 70 e 80".

E ainda:

En París, 1500 firmas en apoyo a petición de parroquia personal de Rito Latino Extraordinario

En un artículo que aparece hoy en el diario francés La Croix, y titulado “El P. Laguérie y El Buen Pastor, bien instalados en Bordeaux”, se lee este aparte:
En la capital, 1500 firmas fueron enviadas al cardenal André Vingt-Trois para la creación de una «parroquia personal» (es decir, definida no por un territorio sino por la afinidad) que será confiada al Buen Pastor. «El arzobispo de París ya ha hecho mucho, por ejemplo, autorizar una Misa tradicional en Saint-Germain-l’Auxerrois que no es una pequeña capilla. En este sitio, los parisinos tienen todas las misas que deseen, reconoce el P. Laguérie. Pero no puede uno limitarse al apostolado de un pedazo grande como llenando una cesta los Domingos. La vida cristiana no se limita unicamente a la misa de los Domingos. Tambien está el catecismo, el scoutismo, los movimientos juveniles, la formación...»

Fonte: Secretum meum mihi e La-Croix

sábado, 16 de fevereiro de 2008

ECCLESIA DEI DIZ QUE SEMINARISTAS TEM DIREITO DE APRENDER AMBAS AS FORMAS DO RITO ROMANO E QUE LOGO SAIRÁ INSTRUÇÃO APLICATIVA DO SUMMORUM PONTIFICUM

Dear Dr. ....................
We wish to acknowledge your letter of 29 September 2007 and beg your indulgence for not having managed to respond sooner due to the volume of mail which we have received since the promulgation of the Motu Proprio Summorum Pontificum and the many matter which have required our immediate attention.
With regard to your dubia, we respond as follows:
Candidates for the priesthood in the Roman Rite of the Catholic Church have the right to be instructed in both forms of the Roman Rite.
Those responsible for the formation of candidates for the priesthood in the Roman Rite of the Catholic Church should provide for the instruction of their candidates in both forms of the Roman Rite.
We expect that these matters will soon be treated in an instruction on the application of the Motu Proprio Summorum Pontificum.
With prayerful best wishes I remain.
Sincerely yours in Christ,
Rev. Msgr. Camille Perl
Secretary

Querido Dr. .....................
Deseamos acusar recibo de su carta del 29 de Septiembre de 2007 y solicitamos su indulgencia por no haber podido responder antes debido al volumen de correo que hemos recibido desde la promulgación del Motu Proprio Summorum Pontificum y por las muchas cuestiones que han requerido nuestra inmediata atención.
Con referencia a su dubia, respondemos como sigue:
1. Los candidatos al sacerdocio en el Rito Romano de la Iglesia Católica tienen el derecho a ser instruidos en ambas formas del Rito Romano.
2. Aquellos responsables de la formación de candidatos al sacerdocio en el Rito Romano de la Iglesia Católica deben proporcionar la instrucción de sus candidatos en ambas formas del Rito Romano.
Esperamos que estos aspectos sean pronto tratados en una instrución sobre la aplicación del Motu Proprio Summorum Pontificum.
Con los mejores deseos en oración quedo.
Atentamente en Cristo,
Rev. Msr. Camille Perl
Secretario

Fonte: Summorum Pontificum e Secretum meum mihi

segunda-feira, 4 de fevereiro de 2008

Dom Ranjith reabre o debate sobre a questão da comunhão na mão e convida a renovar a fé na Santíssima Eucaristia



CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 30 gennaio 2008 (ZENIT.org).- E' necessario "rinnovare una viva fede nella presenza reale di Cristo" nell'Eucaristia, afferma monsignor Malcolm Ranjith, Segretario della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti. E' quanto sostiene l'Arcivescovo nella prefazione al libro "Dominus Est - Riflessioni di un Vescovo dell'Asia Centrale sulla sacra Comunione" (Libreria Editrice Vaticana), scritto da monsignor Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare di Karaganda (Kazakistan). Monsignor Ranjith critica l'abbandono di pratiche quali l'inginocchiarsi per ricevere la Comunione o la ricezione in mano, avvertendo che possono condurre a un indebolimento di quell'atteggiamento di rispetto che è invece necessario quando ci si accosta alle sacre specie. Questa situazione, spiega l'Arcivescovo, porta non solo a riflettere sulla "grave perdita di fede", ma anche "sugli oltraggi e offese al Signore che si degna di venirci incontro volendo renderci simili a lui, affinché rispecchi in noi la santità di Dio". In questo contesto, è necessario recuperare la giusta considerazione dell'Eucaristia, e per questo motivo è particolarmente apprezzabile il libro scritto da monsignor Athanasius Schneider, che "vuole dare un contributo alla discussione attuale sull'Eucaristia, presenza reale e sostanziale di Cristo nelle specie consacrate del Pane e del Vino". Nella Chiesa, ricorda monsignor Ranjith, "la convinzione profonda che nelle specie Eucaristiche il Signore è veramente e realmente presente e la crescente prassi di conservare la santa Comunione nei tabernacoli contribuì alla prassi di inginocchiarsi in atteggiamento di umile adorazione del Signore nell'Eucaristia". Questa, infatti, deve essere accolta "con stupore, massima riverenza e in atteggiamento di umile adorazione", e "assumere gesti e atteggiamenti del corpo e dello spirito che facilitano il silenzio, il raccoglimento, l'umile accettazione della nostra povertà davanti all'infinita grandezza e santità di Colui che ci viene incontro nelle specie eucaristiche diventava coerente e indispensabile". In alcune chiese, osserva l'Arcivescovo, "tale prassi viene sempre meno e i responsabili non solo impongono ai fedeli di ricevere la Santissima Eucaristia in piedi, ma hanno persino eliminati tutti gli inginocchiatoi costringendo i loro fedeli a stare seduti, o in piedi, anche durante l'elevazione delle specie Eucaristiche presentate per l'adorazione". Quanto alla prassi di ricevere la Santa Comunione in mano, il presule ricorda che è stata "introdotta abusivamente e in fretta in alcuni ambienti della Chiesa subito dopo il Concilio", divenendo poi "regolare per tutta la Chiesa". Anche se è vero che "se si riceve sulla lingua, si può ricevere anche sulla mano, essendo questo organo del corpo d'uguale dignità", non si può ignorare ciò che succede a livello mondiale riguardo a questa prassi. "Questo gesto contribuisce ad un graduale e crescente indebolimento dell'atteggiamento di riverenza verso le sacre specie Eucaristiche", denuncia il presule, aggiungendo che sono subentrati "una allarmante mancanza di raccoglimento e uno spirito di generale disattenzione". "Si vedono ora dei comunicandi che spesso tornano ai loro posti come se nulla di straordinario fosse accaduto. Maggiormente distratti sono i bambini e gli adolescenti. In molti casi non si nota quel senso di serietà e silenzio interiore che devono segnalare la presenza di Dio nell'anima". Oltre a questo, si verificano gravi abusi perché c'è "chi porta via le sacre specie per tenerle come souvenir", "chi le vende", o peggio ancora "chi le porta via per profanare in riti satanici". "Persino nelle grandi concelebrazioni, anche a Roma, varie volte sono state trovate delle specie sacre buttate a terra", ha avvertito. Nel suo libro monsignor Schneider, partendo dalla sua esperienza personale collegata alla difficoltà di professare la fede nella piccola comunità cattolica del Kazakistan durante gli anni del dominio sovietico, presenta un excursus storico-teologico che chiarisce come la prassi di ricevere la Santa Comunione in bocca e in ginocchio sia stata accolta e praticata nella Chiesa per un lungo periodo di tempo. "Credo che sia arrivato il momento di valutare bene la suddetta prassi, e di rivedere e se, necessario, abbandonare quella attuale che difatti non fu indicata né nella stessa Sacrosanctum Concilium né dai Padri Conciliari, ma fu accettata dopo una introduzione abusiva in alcuni Paesi", constata l'Arcivescovo Ranjith. "Ora, più che mai, è necessario aiutare i fedeli a rinnovare una viva fede nella presenza reale di Cristo nelle specie Eucaristiche allo scopo di rafforzare la vita stessa della Chiesa e di difenderla in mezzo alle pericolose distorsioni della fede che tale situazione continua a causare", dichiara. Le ragioni di questo gesto, conclude, "devono essere non tanto quelle accademiche ma quelle pastorali – spirituali come anche liturgiche –; in breve, ciò che edifica meglio la fede".


Libreria Editrice Vaticana pubblica libro di Mons. Athanasius Schneider sulla sacra Comunione, con prefazione di Mons. Malcolm Ranjith